DISTRIBUZIONE WELFARE AZIENDALE
I dati forniti dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, aggiornati ad aprile 2018, riportano che in Italia sono 9.952 i contratti aziendali e territoriali attivi che disciplinano il premio di produttività. Di questo totale, il 42% circa (4.139 realtà) prevede misure di welfare aziendale.
Pubblicato il 6.5.2019
Sempre secondo i rilievi, gli accordi capaci di convertire il premio aziendale in welfare erano circa il 23% del totale; un dato che palesa il successo del fenomeno dato che nel luglio 2016 – periodo della prima rilevazione fatta dal Ministero – il welfare era relativo solo al 17% dei contratti.
C’è da rilevare, però, come la distribuzione del welfare aziendale non sia omogenea, bensì “a macchia di leopardo”, caratterizzata da un accentramento nelle imprese di grandi dimensioni (multinazionali e aziende facenti parte di un gruppo), da un’intensità variabile nei diversi settori produttivi.
Variegata anche la diffusione sul territorio: maggiore la presenza di tali strumenti nelle aziende del Nord, piuttosto che in quelle del Sud del nostro Paese.
Sempre secondo i rilievi del Ministero del Lavoro, così si distribuiscono i sistemi di welfare aziendale:
- nell’Italia Settentrionale si registrano il 78% dei contratti depositati (il 16% al Centro e solo il 6% al Sud);
- il 58% è rappresentato dal settore dei servizi, mentre quello dell’industria arriva al 40%.
Da sottolineare, inoltre, che, alla luce della composizione del tessuto imprenditoriale italiano, che per circa il 90% è composto da piccole e medie imprese, il welfare aziendale si trova focalizzato nelle aziende che contano più di 100 dipendenti (32%; contro il 53% delle imprese con meno di 50 addetti e il 15% di quelle con numero di dipendenti compreso fra 50 e 99).
A tal proposito, uno degli obiettivi da raggiungere, è proprio il superamento di questi limiti: scopo ottenibile rendendo il welfare aziendale maggiormente inclusivo, passando per l’aggregazione fra imprese e fra imprese e altri soggetti, es: terzo settore, enti bilaterali, giacché un welfare aziendale radicato nel territorio e nella comunità locale avrebbe la capacità di contrastare con successo le crescenti forme di disuguaglianza tra imprese e lavoratori.