Il welfare mancante
L’analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati dell’Ispettorato del lavoro afferma che, in Italia, un genitore su tre (36%) che si licenzia dal posto di lavoro lo fa per incompatibilità fra i propri impegni di lavoro e le esigenze di cura dei figli.
La conseguenza diretta è il rivolgersi al welfare privato per integrare quello pubblico grazie ad accordi aziendali, nei quali ai primi 4 posti dei servizi più richiesti ci sono proprio quelli che riguardano la scuola e l’istruzione dei figli (79%), la salute (78%), l’assistenza (78%) e la previdenza (77%).
Si manifesta così il ruolo strategico dei servizi legati all’infanzia, in particolare con genitori che lavorano visto che negli asili nido italiani c’è posto solo per 1 bambino su 4, il 24% di quelli fino a tre anni d’età contro il parametro del 33% fissato dalla UE per poter conciliare vita familiare e professionale.
Ecco spiegata la diffusione di asili aziendali per i figli dei dipendenti oppure iniziative di mini nido con “tate” che si prendono cura di piccoli gruppi di bambini in grandi appartamenti attrezzati. Servizi che, tanto nel pubblico quanto nel privato, sono spesso realizzati insieme a cooperative.